Filippo Carcano   (Pagine 16 )      Fonte : Ritratti d'Artisti Italiani - 1911

{\rtf1\ansi\ansicpg1252\deff0\deflang1040{\fonttbl{\f0\fnil\fcharset0 Times New Roman;}{\f1\fnil Times New Roman;}{\f2\fnil\fcharset238{\*\fname Times New Roman;}Times New Roman CE;}{\f3\fnil\fcharset0 Arial;}} \viewkind4\uc1\pard\sb2268\sa1134\sl240\slmult1\qc\lang16\f0\fs28 Filippo Carcano. \par \pard\fi283\sl240\slmult1\qj\f1 -\f0 Il vero, il vero.... Ma l'anima mia, anch'essa \'e8 vera! \par Carcano si ferma di botto. Forse crede di aver pronunciato parole troppo solenni. Sorride avanzando il mento, battendo le palpebre arrossate sugli occhi grigi ed arguti, piegando un po' la testa sulla spalla destra, in quell'attitudine tra spavalda e scanzonata in cui lo ritraggono tanti ritratti suoi in fotografia. E aggiunge, pi\'f9 basso \par \f1 -\f0 \i El capiss come l'\'e8?\i0 Senza vero non si fa niente; ma senza fantasia anche non si fa niente. Prima bisogna studiare il vero, per molti anni; ma poi bisogna aggiungervi l'artista. Il vero? Il vero \'e8 Dio. \i Semm d'accord. Ma anca Dio l\'f9 le ved in d'ona manera e m\'ec in d'on'altra.\i0 Il vero \'e8 l\'ec da secoli, \'e8 eterno: ma \'e8 sempre nuovo perch\'e8 siamo nuovi noi. \i El capiss come l'\'e8? \par \i0 Capisco benissimo. Ma non riesco a capire la faccia che farebbero i terribili \'abveristi\'bb di quarant'anni fa se potessero udire il loro Carcano parlare cos\'ec. Quanto d'un romantico sia occorso a fare un verista, \'e8 una vecchia ricerca in critica letteraria. Ma nella storia della nostra pittura, e specie della pittura di paese dove i sedicenti veristi furono quasi sempre, tra il 1855 e il 1875, fanatici seguaci dei \'abromantici\'bb di Francia e del Corot e del Rousseau e del Daubigny, la ricerca pu\'f2 essere abbastanza nuova. E le parole del Carcano possono aiutarla. Basta confrontarle col vangelo del Corot: \'abBisogna dipingere la verit\'e0 ma bagnata nell'impressione che abbiamo ricevuta guardando la natura\'bb. In Francia anche Filippo Carcano fu intorno al 1860, con un suo fratello, e da Parigi arriv\'f2 fino a Londra. Ebbe da quel viaggio il primo impulso a esser sincero senza paura, a dipingere non solo quel che vedeva ma anche \f1 -\f0 la novit\'e0 \'e8 tutta qui \f1 -\f0 \i come\i0 lo vedeva? O nella stessa Milano, dopo la liberazione del 1859, la rivoluzione artistica era gi\'e0 nell'aria? \par Gl'ingegni pi\'f9 originali della moderna pittura lombarda \f1 -\f0 Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni, Mos\'e8 Bianchi, Filippo Carcano \f1 -\f0 tutti proprio in quell'anno studiavano insieme figura all'Accademia di Brera, sotto l'Hayez e sotto il Bertini. Anc\'f3ra negli atti dell'Accademia, al 1862, si legge: \'abNella classe di pittura ottenne il premio il signor Fontana Ernesto di Lugano, allievo della scuola del signor professore cavalier Bertini. Una menzione onorevole fu aggiudicata ai signori Lampugnani Achille, Carcano Filippo, Bacchetta Angelo e Taglioretti Luigi, scolari del signor professore cavalier Hayez, e Michis Pietro, Barzaghi-Cattaneo Antonio e Cremona Tranquillo, scolari del suddetto professor Bertini\'bb. \par Fra essi il Carcano era il pi\'f9 docile. Figlio di Gaetano Carcano, merciaio al Coperto de' Figini, aveva cominciato a studiar disegno da quando nella scuola elementare un compagno dispettoso aveva riferito al maestro che il suo vicino Carcano imbrattava i quaderni suoi e degli altri disegnandovi soldati d'ogni genere, specialmente piemontesi e di cavalleria. Il maestro sequestr\'f2 i quaderni incriminati e ordin\'f2 allo scolaro di far venire il padre alla scuola. Ma lo scolaretto ebbe paura e al padre non disse nulla. Il maestro ripet\'e8 l'ordine e il babbo Carcano venne alla scuola, ma invece d'una ramanzina per le distrazioni del figlio trov\'f2 tra molte lodi questa proposta: il maestro che era laureato in disegno architettonico, voleva dare gratuitamente a quel ragazzo qualche lezione di disegno. La proposta fu accettata, pi\'f9 per cortesia al maestro che per rispetto alla vocazione di Filippo. Cos\'ec quando nel 1857, a diciassette anni, Filippo pot\'e8 entrare all'Accademia sotto l'Hayez, non pens\'f2 ad altro che ad ottenere medaglie per convincere suo padre. In un anno ne ottenne cinque. E dipingeva \i Federico Barbarossa\i0 , l'\i Incendio del tempio di Gerusalemme\i0 , la \i Morte di Margherita Pusterla\i0 , a testa bassa, per obbedienza. Il \i Federico Barbarossa\i0 \'e8 del 1860, e per questo il 12 decembre 1910 gli artisti milanesi hanno festeggiato con un banchetto il giubileo artistico del Carcano e gli hanno offerto una targa di bronzo col suo ritratto modellato da Egidio Boninsegna. \par In guerra non gli permisero d'andare n\'e8 nel '59 n\'e8 nel '66, ch\'e8 il suo fratello maggiore, anch'egli pittore, era stato, combattendo nel '48, ferito dagli austriaci in fronte ed era morto pazzo. Lontano anche da quella scapigliata vita degli artisti e degli scrittori milanesi che allora fra le ribotte, le burle e le discussioni parve voler festeggiare la nuova libert\'e0 e invece fece perdere anche al gracile Cremona tre o quattro anni della sua giovinezza migliore, egli lavorando a quei saggi di scuola cercava s\'e8 stesso con meditata lentezza. Il Cremona ormai s'era dato tutto alla figura. Pel Bianchi che nei temi restava aneddotico e un po' lezioso, il paesaggio non era che lo sfondo di un quadro di genere. Solo pel Carcano il paesaggio fu tutto. \par Nel suo studio di via Agnello, tra un quadro delle\i Guglie del Duomo \i0 e un finestrone aperto sopra una fuga di tetti e di nuvole, egli mi continua i suoi ricordi. Par vestito da viaggio: un berretto a scacchi bianchi e neri, uno spolverino di lustrino grigio. \'c8 il suo costume da lavoro. \par \f1 -\f0 Fu proprio camminando per la strada che finalmente trovai la mia via. Vedevo passare una carrozza, una donna, una fila di soldati. Che ne distinguevo? Nessun particolare, nessuna forma precisa. Solo macchie di colore che apparivano, sparivano e si fondevano in una luminosit\'e0 diffusa, con una continua variet\'e0 di riflessi. E queste non erano le figure che si dipingevano a scuola. Ora io volevo prima di tutto essere sincero. \i Vorevi minga di' bosii, m\'ec.\i0 E cominciai a dipingere a modo mio, come vedevo. \i Ecco tutta la gran rivoluzion! El capiss come l'\'e8? \par \i0 La definizione \'e8 un po' elementare e definisce presso a poco tutta la pittura moderna; e non solo quella di paese. Filippo Carcano si dimentica d'aggiungere quanta lenta e sagace osservazione gli occorresse per dipingere allora \f1 -\f0 tra il '72 e il '73 \f1 -\f0 la \i Partita a bigliardo\i0 e la \i Scuola di ballo\i0 che furono esposte, a Milano nel '73 e nel '74, che stupirono tutti, amici ed avversarii, per la mirabile unit\'e0 della luce ambiente, pel minuto studio dei riflessi, pel vigore delle figure in movimento, e che furono la prima prova di quella sua conquistata sincerit\'e0. Nella \i Partita a bigliardo \i0\f1 -\f0 un bigliardo di via Santa Radegonda \f1 -\f0 la luce proiettata dalle palle d'avorio bianco sul tappeto verde era ottenuta con la schietta divisione prismatica dei colori: il primo esempio, credo, di divisionismo in Italia, e adoperato a proposito, l\'e0 dove era utile, e l\'e0 soltanto. \par \f1 -\f0 La \i Scuola di ballo\i0 era quella del Poletti dove un tal Grillo dava nel pomeriggio lezione alle ballerine della Scala. Noi vi andavamo la sera a ballare e anche a tirar di scherma, per far piacere a Felice Cavallotti, il quale per sdebitarsi col proprietario gli scrisse, si pu\'f2 dire sotto dettatura, un \i Manuale di danza\i0 che porta appunto la firma del Poletti. Ma s'infuriava se lo raccontavamo fuori di l\'ec.... Quando quei due quadri furono esposti, ebbi subito una bella ricompensa alla mia fissazione di voler dire la verit\'e0! Prima l'Hayez mi disse: \'abMolto bene, ma non vorrei ch'ella s'approfittasse della fotografia\'bb. Restai di stucco. Ma il giorno dopo il Mongeri sulla \i Perseveranza\i0 scrisse addirittura: \'abLa buona novella sia data a tutti gli angoli della terra! Una macchina e quattro ingredienti chimici posseggono il mondo dell'arte. Un reticolato per allargare la figura e una ricetta pel colorito: ed ecco il miracolo fatto. I quadri del Carcano sono veramente miracoli. Nessun dipinto e nessun tessuto erano finora arrivati a tanto\'bb. \par La lunga citazione egli me la fa a memoria, senza un intoppo, dando alle parole del povero Mongeri un'inflessione cattedratica e solenne che pi\'f9, dopo trentott'anni, le rende comiche. L'accusa dur\'f2 poco. Oggi un quadro dell'Hayez ben disegnato e ben finito dove la fatica dell'intonazione \f1 -\f0 si diceva cos\'ec \f1 -\f0 crede di potersi sostituire alla ricerca della vera luce ambiente, sembra a noi pi\'f9 fotografico d'un quadro del Carcano nervoso agitato e sintetico. L'Hayez, il Mongeri e molti altri con loro, erano stati stupefatti dall'istantaneit\'e0 di certi movimenti dei personaggi e dalla semplicit\'e0 dei loro costumi contemporanei: e il loro equivoco grossolano si era fermato l\'ec. \par Pochi anni dopo, nel 1880, alla grande Esposizione di Torino dove ancora sotto la presidenza di Tullo Massarani le ricompense si distribuivano nelle tre categorie ufficiali di pittura storica, di pittura di genere, e \f1 -\f0 ultima \f1 -\f0 di pittura di paese, Filippo Carcano era premiato. Poi all'Esposizione di Brera, appena nel giur\'ec furono ammessi i giurati eletti dagli artisti, riceveva uno dei premi Principe Umberto. Infine nel 1883 a Roma, la \i Piazza di San Marco\i0 che egli aveva esposta accanto al \i Verziere alla vigilia della commemorazione delle Cinque Giornate\i0 , veniva acquistata, contro il parere della commissione ufficiale come ho narrato parlando del \i Voto\i0 di Michetti, per la Galleria Nazionale dove \'e8 ancora esposta fra la nuvolosa \i Marina\i0 del 1888, cos\'ec ariosa e profonda che Mesdag non ne ha dipinte di migliori, e i cinque delicati e coloriti quadretti dipinti a \i Pompei\i0 nel 1884. La battaglia, in fondo, era durata poco. E alla fine gl'imitatori di Filippo Carcano furono purtroppo molto pi\'f9 numerosi dei suoi avversarii. \par Essi dipingevano spediti pitture sommarie e superficiali che non riuscivano a dare, come quelle del maestro, il ritratto dell'ora e del luogo e a comunicare allo spettatore l'emozione che in quell'ora e in quel luogo il Carcano aveva provata. Nel \i Verziere\i0 , nel \i San Marco\i0 , nella \i Chiesa della Salute\i0 , nel \i Pascolo\i0 , nella \i Pianura lombarda\i0 , nel \i Ghiacciajo di Cambrenna\i0 , nella \i Strada al bosco\i0 , nella \i Raccolta del melgone\i0 , nell'\i Ognissanti a Chioggia\i0 , nei tanti quadri da lui dipinti dentro e fuori e sopra il \i Duomo di Milano\i0 (il primo fu esposto a Napoli nel 1877, l'ultimo a Venezia nel 1910; essi vedevano soltanto la pennellata breve e sicura e, quando avevano comprato un \'abpennello Carcano\'bb dal manico lungo quanto l'asta di una lancia, credevano d'essere rispettabili quanto il maestro. E davanti a chi non li rispettava, assumevano l'aspetto di ribelli perseguitati, d'indomabili assertori della verit\'e0. Si pensi che negli stessi anni sbocciavano i primi romanzi e le prime novelle \'abveriste\'bb del Verga e del Capuana, e le stesse polemiche accendevano artisti e letterati, e a tutti sembrava di scorgere un'intima parentela fra lo stile \'abparlato\'bb del Verga e la pennellata diretta netta visibile del Carcano. \par \pard\fi283\sb283\sl240\slmult1\qj I pennelli del Carcano.... Quando egli per la prima volta li brand\'ec in pubblico a Venezia sulla piazza di San Marco, la folla, a vederlo tirar di scherma contro una tela distante due o tre metri, gli fece cerchio attorno. Lo presero prima per matto, poi per francese. E il giovane Fragiacomo gli si avvicin\'f2 pi\'f9 volte prima di osar di parlargli. Poi gli parl\'f2, si ud\'ec rispondere in milanese, e \'abil lombardo\'bb divent\'f2 popolare al Florian. I colorai di Venezia vendono anc\'f3ra col nome del Carcano quei suoi pennelli che egli poi per prudenza fece costruire con tanti pezzi di canna sempre pi\'f9 esili da potersi serrare a telescopio cos\'ec da non avere pi\'f9, quando andava a lavorare sul vero, l'aspetto d'un cacciatore con le bacchette delle panie. E anche col Favretto allora s'intese, non solo perch\'e8 avevano tutti e due lo stesso carattere semplice e schivo di chi ama i fatti pi\'f9 delle chiacchiere, ma anche perch\'e8 a tutti e due piaceva lasciar, se occorreva, qualche centimetro di tela scoperta senza pittura. \f1 -\f0 Se mi occorre proprio il tono della tela, perch\'e8 ce ne devo mettere su un altro col pennello? \f1 -\f0 gli diceva Favretto. E Carcano consentiva con entusiasmo e consente anc\'f3ra, specialmente in molti dei suoi quadri simbolici e lievi dove il colore \'e8 spesso soltanto una sfregatura sull'imprimitura bianca o grigia e sulla trama pi\'f9 grossa della tela. Allora anche quella fu per molti una man\'eca: e chi lasciava pi\'f9 tela o pi\'f9 tavola scoperta, si credeva pi\'f9 audace. Soltanto, cogli anni, la tela e la tavola si sono ingiallite; e il ragionamento \'e8 rimasto l\'ec, senza conclusione, una premessa in aria e un'altra in terra.... \par \pard\fi283\sl240\slmult1\qj Di queste piccole invenzioni meccaniche, di queste innocue originalit\'e0 tecniche, Filippo Carcano, in fondo, si compiaceva: e pi\'f9 di lui i suoi seguaci. Dopo i pennelli dal manico lungo, invent\'f2 anche la \'abcoltella coi denti\'bb, una specie di spatola che finiva a sega, e passata sull'azzurro d'un cielo lo pettinava e lo rigava e gli dava un tremol\'eco che poteva diventar luminoso, anche perch\'e8 il pittore poteva in quelle righe filare e distendere un altro colore. V'\'e8 chi sostiene che la pittura a fili cara al Segantini dell'ultima maniera sia uscita da quella coltella. Pu\'f2 essere: certo il Segantini il quale nel quadro \i Alla stanga\i0 fu da molti chiamato un allievo del Carcano, poi aggiunse alla tecnica del Carcano un altro elemento abbastanza prezioso e abbastanza raro: s\'e8 stesso. \par Infatti dei tanti che furono chiamati e si lasciarono chiamare suoi discepoli, Filippo Carcano che da buon maestro e leale ha sempre dichiarato che si pu\'f2 insegnare a guardare il vero ma \'e8 sciocco insegnare a dipingerlo, oggi ne rammenta due soli con orgoglio, morti tutti e due: uno appena di dieci anni pi\'f9 giovane di lui, Eugenio Gignous, il poeta tranquillo e lieto del verde tenero, delle vallette silenziose, dei ruscelli grigi e azzurri sotto cieli velati da poche nubi; l'altro pi\'f9 arioso e pi\'f9 ansioso, Guido Boggiani, il pittore della \i Raccolta delle castagne\i0 , l'Uliss\'ecde cantato con affettuoso impeto da Gabriele d'Annunzio nella \i Laus Vitae\i0 , morto nel 1901 esploratore in Patagonia, \par \pard\li1701\sb170\sa170\sl240\slmult1\fs24 ....obbedendo al tuo fato \par che ti spingea senza tregua \par pi\'f9 oltre pi\'f9 oltre nel nuovo. \par \pard\fi283\sl240\slmult1\qj\fs28 E tanto li ama perch\'e8 in loro ha sentito fremere un desiderio di poesia, qualcosa di pi\'f9 profondo e di pi\'f9 durevole dell'abile velocit\'e0 d'una mano, dell'astuta perspicacia di due occhi. \par \pard\fi283\sb283\sl240\slmult1\qj Questo desiderio di poesia \'e8 ancora oggi il vanto di Filippo Carcano. In certe pitture egli lo confessa francamente, anzi ingenuamente, e dipinge ninfe volanti sulle nubi o sulle acque, sogni, visioni e simboli. E per dipingerli attenua la sua sana e pingue pittura in veli e in vapori d'un pallido e monotono colore che non arriva ad essere n\'e8 trasparente n\'e8 luminoso. Perch\'e8 Filippo Carcano ferm\'f2 le sue ricerche tecniche alla bella franca e rude \'abmacchia\'bb di trenta o quarant'anni fa, ma del pi\'f9 moderno impressionismo nulla intese o almeno nulla prese, \f1 -\f0 forse per la buona e umile ragione che chi fa una rivoluzione non ne fa mai due. \par \pard\fi283\sl240\slmult1\qj Ora quando dipinge cos\'ec i suoi sogni, Carcano ci fa sognare meno che quando dipinge la verit\'e0. L\'e0 declama, qua \'e8 sincero. L\'e0 s'affanna nella deliberata ricerca della poesia; qua la poesia gli viene incontro, sale dalle luci e dalle ombre, dai colori e dalle forme, dalle vicinanze e dalle distanze, da quelle infinite distanze dei suoi quadri di montagna e di marina, davanti alle quali i piccoli uomini diventano, come le piante e le pietre e le nubi e le onde, l'occasione d'un riflesso e niente altro. \par \f1 -\f0 Oh le distanze! La pittura \'e8 tutta l\'ec, nel sapere imprigionare l'infinito \f1 -\f0 egli mi ripete. E quando io gli chiedo se dei suoi quadri ama pi\'f9 quelli dipinti tutti sul vero o quelli studiati sul vero ma dipinti a studio, torna a sorridere e a confidarsi: \f1 -\f0 Ma io.... io ho quasi sempre dipinto di memoria e spesso ho dipinto di fantasia. Una volta mostrai a Fragiacomo che conosce la sua Venezia pietra per pietra un paesaggetto veneziano che lo mand\'f2 in visibilio: \'abChe motivo! Ma dove l'ha trovato?\'bb \'ab\i Ch\'ec denter\i0\'bb, gli risposi toccandomi la fronte. Ma prima di dipingerlo avevo a Venezia dipinto dal vero mesi e anni. \i Sav\'e8 ved\'e8 e sav\'e8 regordass. In arte, el daga ascolt a m\'ec, quell che ghe v\f2\u339?ur l'\f0\'e8 la ritentiva! \par \i0 Quando penso che cos\'ec parla Filippo Carcano gi\'e0 detto il principe dei veristi, e che Massimo d'Azeglio principe dei manieristi si gloriava di terminare i suoi paesi \'absul posto senza aggiungere una pennellata a casa\'bb, la vantata utilit\'e0 delle teorie e delle scuole mi pare, anc\'f3ra una volta, la pi\'f9 deliziosa burla dei loici agli artisti. Ma il mio interlocutore d\'e0 un altro colpo al suo berretto da viaggio, se lo cala sull'orecchia sinistra, piega la testa sulla spalla destra, poi torna a poggiare la mano sul fianco, con quella sua aria tra spavalda e scanzonata: \par \f1 -\f0 Io, di vero, per conto mio, n'ho guardato quanto ne ho potuto guardare. E per questo non mi son mosso mai da quass\'f9; e dopo quella corsa a Parigi e a Londra quando avevo vent'anni, non sono pi\'f9 uscito dall'Italia e dopo quei tre mesi a Pompei non ho pi\'f9 dipinto una tavoletta fuori della Lombardia e fuori di Venezia. Cos\'ec, quando morir\'f2, non so se andr\'f2 in paradiso o all'inferno. Ma se il Padre Eterno \'e8 ragionevole, andr\'f2 in paradiso. Perch\'e8 egli mi dir\'e0: \'abBravo figliolo, tu almeno un po' di quel che ho fatto l'hai veduto e l'hai capito! Vieni su....\'bb \i E m\'ec andaroo s\'f9. El capiss come l'\'e8? \par \pard\lang1040\i0\f3\fs24 \par }